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La Storia
Il Martirio a Nora
La fedeltà di Efisio alla sua nuova fede lo condusse inevitabilmente al confronto con le autorità imperiali. Arrestato con l’accusa di tradimento, fu condotto davanti a un tribunale romano. Gli furono offerte molte possibilità di abiurare il cristianesimo e tornare a servire gli dei pagani, ma Efisio rifiutò con fermezza, dichiarando che la sua fede in Cristo era più forte di qualsiasi minaccia terrena.
Condannato a morte, fu trasferito a Nora, una località costiera vicina all’odierna Pula. Qui, secondo la tradizione, affrontò il martirio con serenità e coraggio, pregando per i suoi persecutori e per la salvezza di tutti i presenti. Fu decapitato il 15 gennaio, probabilmente nell’anno 303 d.C., durante una delle più feroci persecuzioni dei cristiani.
La sua morte segnò l’inizio di una venerazione profonda e duratura. I fedeli iniziarono a considerarlo un santo e a pregare sulla sua tomba, riconoscendo in lui un modello di virtù cristiana e un simbolo di coraggio spirituale. La devozione verso Efisio si diffuse rapidamente in tutta la Sardegna, portando alla nascita di una delle feste religiose più sentite dell’isola: la Festa di Sant’Efisio.
Oggi, il martirio di Efisio è ricordato come un atto supremo di fede e amore verso Dio, e la sua figura continua a ispirare migliaia di fedeli che ogni anno si recano in pellegrinaggio a Nora per onorare il suo sacrificio.